
Ci sono disturbi che attraversano la vita silenziosamente, senza che se ne parli abbastanza. Le emorroidi sono esattamente così: un problema diffusissimo, soprattutto dopo i cinquant’anni, che però rimane nascosto dietro imbarazzi, sottovalutazioni e paure. Chi ne soffre lo sa: non è “solo un fastidio”. È qualcosa che può limitare la vita quotidiana, condizionare le abitudini, alterare l’umore e persino interferire con le relazioni sociali.
Durante una lunga e dettagliata conversazione con il Dott. Gian Mattia Del Genio, medico chirurgo e professore associato dell’Università della Campania “Luigi Vanvitelli”, con un percorso internazionale tra New York e Bruxelles e profonda esperienza in chirurgia mini-invasiva, emerge un quadro molto chiaro: le emorroidi non sono un problema raro o bizzarro. Sono parte della vita di moltissime persone, ma restano un tabù.

Molti pazienti arrivano dal Dott. Del Genio “dopo anni di sofferenza”, racconta lui stesso, spesso solo quando il dolore diventa insopportabile o quando il sanguinamento inizia a spaventare veramente. Ma per molto tempo prima c’è stata una convivenza forzata: sedia scelta con cura per evitare il dolore, movimenti controllati, pause strategiche, persino rinunce lavorative o sociali.
Il problema non è solo fisico. È psicologico, identitario. Non sentirsi padroni del proprio corpo è frustrante. E questo non è un dettaglio quando si parla di longevità, perché salute mentale e salute fisica viaggiano insieme.
Le emorroidi non sono “una malattia”: sono cuscinetti venosi presenti in tutti noi, strutture morbide che aiutano a garantire la continenza. Potremmo considerarle come ammortizzatori naturali, fondamentali per una corretta funzione anale.
Il problema nasce quando questi cuscinetti si infiammano e si gonfiano. Perché succede? Il Dott. Del Genio lo spiega con la fisicità di chi vede il problema da dentro, con la telecamera endoscopica: la mucosa scende, perde tono, i vasi si dilatano e iniziano a sporgere. Ciò provoca sanguinamento, dolore, bruciore, prurito e il classico prolasso.
Dopo i 50 anni tutto questo diventa più frequente perché l’intestino cambia. Cambia la motilità, cambia la consistenza delle feci, cambiano le abitudini e, soprattutto, cambia la capacità del tessuto di resistere alla spinta.
Capire i gradi è essenziale. Non per diventare medici, ma per riconoscere se si sta sottovalutando un problema che va trattato. La progressione va da forme più lievi, in cui le emorroidi restano interne, a forme più gravi in cui il prolasso diventa permanente. Quando il dolore è intenso o la mucosa resta fuori costantemente, l’impatto sulla vita è devastante.
Molte persone si affidano per anni a creme, supposte, ghiaccio, rimedi naturali. Funzionano per qualche giorno, qualche mese, poi torna tutto come prima. Per il Dott. Del Genio questo è uno dei problemi più diffusi: “arrivano da me con una sofferenza cronica, perché il problema non è mai stato affrontato alla radice”.
E la radice, per lui, è sempre anatomica e funzionale. Il problema non è la crema. È il tessuto che collassa, è l’infiammazione, è il transito intestinale.


Qui entra in gioco l’approccio sviluppato e perfezionato dal Dott. Del Genio. La sua tecnica combina:
• scleromousse – una schiuma sclerosante che sgonfia e riporta in sede le emorroidi
• endoscopia mini-invasiva – una telecamera sottile che permette di vedere perfettamente il canale anale
Questa unione consente di intervenire con precisione assoluta. E soprattutto, permette di trattare il problema in modo indolore e senza anestesia.
Il processo è rapido e sorprendentemente semplice: il paziente è sveglio, non sente dolore, vede il monitor insieme al medico, comprende esattamente cosa sta accadendo. Ed esce dall’ambulatorio camminando normalmente.
Il 90–95% dei pazienti non ha bisogno di antidolorifici. Una statistica che, in chirurgia proctologica, ha del rivoluzionario.
La maggior parte dei casi di emorroidi interne può beneficiare di questa tecnica, anche in fase avanzata. Nei gradi molto severi, il trattamento può ridurre significativamente il problema e trasformare un intervento chirurgico invasivo in qualcosa di molto più semplice.
Ci sono alcune controindicazioni, poche e ben delineate: difetti cardiaci particolari, uso di anticoagulanti che devono essere sospesi con supervisione specialistica. Ma, a parte casi rari, la tecnica è adatta a tutti.
E soprattutto, aspetto fondamentale, non preclude interventi futuri.
L’esperienza clinica ha portato il Dott. Del Genio a sviluppare un protocollo a due sedute, a distanza di poche settimane. Questa doppia fase permette di lavorare sul prolasso iniziale e poi perfezionare il risultato.
Con questo metodo, la recidiva si è ridotta a circa il 5%.
Un numero significativamente più basso rispetto a molte altre tecniche.
Ecco uno dei vantaggi del mini-invasivo: può essere ripetuto senza complicazioni. Se dopo anni dovesse ripresentarsi un lieve prolasso o qualche sintomo, la procedura può essere eseguita di nuovo. Nessuna anestesia, nessun ricovero, nessun dolore.
A questo punto, il discorso si sposta naturalmente verso un tema che per il pubblico over 50 è fondamentale: la longevità. Non la longevità da copertina, fatta di elisir e promesse miracolose, ma quella concreta, fatta di salute quotidiana.
Secondo il Dott. Del Genio, “il nostro obiettivo non è allungare la vita, ma allungare la vita sana”. E nella vita sana, l’intestino gioca un ruolo centrale.
Un intestino infiammato significa infiammazione sistemica. E l’infiammazione cronica è uno dei principali acceleratori dell’invecchiamento. Significa:
peggioramento dell’umore
maggiore stanchezza
disturbi urinari
disfunzioni sessuali
peggior recupero muscolare
aumento del rischio di malattie croniche
Un intestino in salute, invece, è un alleato della longevità.
Qui il Dott. Del Genio diventa quasi un “coach” della salute. Le sue raccomandazioni sono semplici da capire ma richiedono costanza:
Mangiare bene significa introdurre fibre naturali, frutta e verdura. Bere acqua significa bere davvero, non qualche sorso qua e là. Avere una routine intestinale regolare significa ascoltare il corpo e non forzarlo, ma nemmeno ignorarlo. E, soprattutto, evitare di stare troppo tempo seduti sul WC, perché aumentare la pressione sulle emorroidi significa alimentare il problema.
Il microbiota, aggiunge, è diventato un parametro fondamentale. Non è solo “moda”: analizzare i batteri intestinali permette di capire se c’è infiammazione, disbiosi, permeabilità intestinale. E questo può aiutare non solo a prevenire le emorroidi, ma a ridurre tanti disturbi correlati.
Le emorroidi non sono una punizione divina, né un destino inevitabile. Sono un disturbo comune, fisiologico, che oggi si può trattare con un approccio moderno, mini-invasivo e indolore. La tecnica del Dott. Del Genio è un passo avanti importante, soprattutto per chi ha sofferto in silenzio per anni.
Ma il messaggio finale è questo: la longevità — la vera longevità — si costruisce ogni giorno. Non con miracoli, ma con scelte consapevoli. L’intestino è un organo chiave del nostro benessere, un centro silenzioso che governa infiammazione, energia, equilibrio ormonale e persino umore.
Prendersene cura, e non vergognarsi di parlarne, è un atto di maturità e di amore verso se stessi.
Se volete informazioni sul trattamento potete compilare il modulo cliccando qui e verrete ricontattati dal Team del Dott. Del Genio.
Guarda l'intervista completa al Dott. Gianmattia Del Genio
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