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Joyspan

The Art and Science of Thriving in Life’s Second Half

di Kerry Burnight

Con Joyspan: The Art and Science of Thriving in Life’s Second Half, la gerontologa Dr. Kerry Burnight porta una ventata di freschezza nel dibattito sull’invecchiamento. In un’epoca in cui parliamo spesso di lifespan (quanto viviamo) e healthspan (quanto restiamo in salute), Burnight introduce un terzo parametro che forse conta ancora di più: il joyspan, ovvero la durata della vita vissuta con gioia, significato e connessione.

Il libro propone una visione positiva e scientificamente fondata della longevità, invitando a spostare l’attenzione dal semplice “vivere a lungo” al “vivere bene e con soddisfazione”. Non è un manuale motivazionale, ma una guida pratica, costruita su studi di psicologia, neuroscienze e gerontologia, che insegna a coltivare le qualità che spesso maturano proprio con l’età: empatia, resilienza, giudizio, pazienza e profondità spirituale.

Chi è l’autrice

Kerry Burnight è una gerontologa di fama internazionale, con oltre 18 anni di insegnamento in geriatria e gerontologia presso la University of California, Irvine School of Medicine. È una pioniera nel campo della giustizia per gli anziani: ha co-fondato il primo Elder Abuse Forensic Center degli Stati Uniti e fondato TheGerontologist.com. Ha collaborato con il governo americano, parlando alla Casa Bianca e al Dipartimento di Giustizia, e ha partecipato a trasmissioni come CBS News, The Doctors e Dr. Phil.
Il suo lavoro combina ricerca scientifica, esperienza clinica e umanità, e Joyspan ne rappresenta la sintesi più personale: un manuale per chi vuole fiorire nella seconda metà della vita.

Oltre lifespan e healthspan: la nascita del concetto di joyspan

Burnight parte da una domanda semplice ma rivoluzionaria: Perché vogliamo vivere più a lungo, e per chi?
La risposta è nel titolo stesso del libro. Il joyspan è “la parte di vita in cui proviamo benessere psicologico, senso di connessione e soddisfazione duratura”. È il vertice di una piramide che poggia sul lifespan e sul healthspan: vivere a lungo e in salute serve a poco se non ci sentiamo vivi, grati, utili, curiosi.

Secondo l’autrice, la gioia può coesistere con la malattia, la perdita o la disabilità. Non è uno stato superficiale, ma una competenza che si costruisce giorno dopo giorno, come un muscolo. La scienza del benessere psicologico identifica sei elementi chiave che ne sono alla base: autonomia, competenza, crescita personale, relazioni calde e affidabili, scopo e autoaccettazione. A questi Burnight aggiunge la capacità di adattamento, fondamentale per navigare i cambiamenti inevitabili dell’età.

La Joyspan Matrix: quattro azioni quotidiane per fiorire

Il cuore del libro è la Joyspan Matrix, un modello di quattro azioni quotidiane che chiunque può mettere in pratica: Grow (Crescere), Connect (Connettersi), Adapt (Adattarsi), Give (Donare).
Queste pratiche, ripetute giorno dopo giorno, formano la base di una longevità non solo lunga e sana, ma piena di senso.

1. Grow – Continua a crescere

La crescita personale non si ferma con l’età, anzi: è ciò che tiene viva la curiosità, la resilienza e l’autostima. Burnight racconta la storia di Betty, una donna che a 96 anni continua a vivere da sola, ridere spesso e partecipare alla vita. Quando ha perso tutto, ha reagito imparando una nuova professione e reinventandosi.
Crescere significa accettarsi, esplorare nuovi interessi, imparare anche cose semplici – da un corso di pittura a un nuovo strumento digitale. Persino il ridere è una forma di crescita: una risata condivisa alleggerisce la mente e migliora la salute cognitiva.

2. Connect – Coltiva legami autentici

La solitudine è uno dei più grandi nemici della longevità. Studi citati da Burnight mostrano che la mancanza di connessione sociale aumenta la mortalità quanto fumare quindici sigarette al giorno.
Connettersi, invece, protegge cuore e cervello, riduce lo stress e alimenta la gioia. Le connessioni non devono essere perfette o numerose: bastano pochi rapporti di fiducia, coltivati con presenza e sincerità. L’autrice invita a diversificare la propria rete sociale – amici, familiari, conoscenti, vicini – e a non avere paura di fare il primo passo, anche solo con una chiamata o una parola gentile.

3. Adapt – Impara a cambiare forma

L’adattamento è forse la competenza più preziosa nella seconda metà della vita. Come racconta la storia di Howie e Beth, che hanno trasformato un problema logistico (non poter più guidare di notte) in un’avventura (una consegna di pizza in treno!), adattarsi significa restare parte del mondo anche quando le circostanze cambiano.
Chi sa adattarsi trova sempre un modo per restare attivo: un giardiniere può passare a coltivare in vaso, una ballerina può unirsi a una classe di danza dolce, chi va in pensione può costruire una nuova routine.
Burnight suggerisce due domande da ripetersi spesso: Cosa rimane? e Cosa posso cambiare?
Da qui nasce la capacità di affrontare le perdite, la malattia o la solitudine con elasticità e speranza.

4. Give – Dona per trovare scopo

Donare non è solo altruismo: è biologia della longevità. Le ricerche mostrano che aiutare gli altri riduce lo stress, rafforza il sistema immunitario e allunga la vita.
Il “Give of the Day” di Burnight consiste nel compiere ogni giorno un piccolo gesto di gentilezza: chiamare un amico, portare un pasto a un vicino, ascoltare qualcuno con attenzione.
La chiave, spiega l’autrice, è capire che lo scopo non si trova, si costruisce attraverso l’azione quotidiana. Spesso è proprio aiutando che si riscopre il senso della propria esistenza.

Il mindset che cambia tutto

Un tema trasversale nel libro è il potere delle credenze sull’età. Burnight parla di internalized ageism, l’etichetta mentale secondo cui “vecchio è uguale a inutile”.
Questa convinzione, spesso assorbita inconsciamente, ci ruba anni di vita: riduce la motivazione, l’apertura agli altri e perfino la capacità di guarigione.
Al contrario, una mentalità di crescita può prolungare l’aspettativa di vita di oltre sette anni, come dimostrano ricerche longitudinali. Le persone che vedono la vecchiaia come un periodo di sviluppo, e non di declino, vivono meglio e più a lungo.

Longevità a 360 gradi: corpo, mente, emozioni

Dopo aver introdotto la Joyspan Matrix, Burnight entra nel vivo del benessere concreto, suddividendo la salute in tre aree interconnesse:

Salute fisica

Il corpo cambia, ma può restare funzionale e forte se lo nutriamo bene. L’autrice suggerisce di muoversi ogni giorno con una combinazione di attività aerobica (camminata, nuoto, ciclismo), esercizi di forza e lavoro su equilibrio e flessibilità.
Ricorda anche l’importanza di un adeguato apporto proteico (1-1,5 g per kg di peso corporeo), del sonno di qualità, dell’idratazione e dei controlli medici regolari.
La prevenzione resta la base della longevità fisica.

Salute cognitiva

Il cervello, dice Burnight, non “invecchia” in modo lineare. È plastico e può continuare a crescere.
Leggere, imparare nuove competenze, risolvere enigmi o socializzare stimola la neuroplasticità e riduce il rischio di declino cognitivo. Alimentazione e stile di vita sono altrettanto cruciali: frutti di bosco, pesce azzurro, sonno e movimento sono i veri integratori del cervello longevo.

Salute emotiva

La terza dimensione riguarda il cuore e la mente. Le emozioni diventano più stabili con l’età, ma il rischio di isolamento o depressione rimane.
Burnight consiglia pratiche semplici ma efficaci: gratitudine quotidiana, contatto con la natura, mindfulness, e la ricerca di ruoli sociali che diano utilità.
Non bisogna esitare a chiedere aiuto o a unirsi a gruppi di sostegno: la connessione è un farmaco potente contro la tristezza cronica.

Come riempire il “serbatoio della gioia”

L’ultimo capitolo di Joyspan si concentra su un concetto che l’autrice chiama Joy Tank, il serbatoio della gioia. Proprio come un muscolo o un conto in banca, questo serbatoio va continuamente ricaricato.
Ogni giorno possiamo fare un piccolo check-in:
– Come mi sento fisicamente, mentalmente, emotivamente?
– Cosa mi ha dato gioia oggi?
– Cosa posso aggiustare domani?

Le micro-azioni fanno la differenza: una camminata di dieci minuti, un messaggio di ringraziamento, una risata, un piccolo atto di generosità.
Quando la gioia cala — dopo un lutto, un problema di salute o un periodo di isolamento — Burnight invita a leggere il segnale come un messaggio, non come un destino.

Le cinque “correnti contrarie” che prosciugano la gioia sono:

  • Frustrazione dopo una malattia o un incidente

  • Isolamento sociale

  • La sensazione di essere un peso

  • Il lutto

  • La convinzione che “il meglio sia già passato”

A ciascuna di queste risposte, il libro offre strumenti concreti: movimento dolce, journaling, terapia cognitivo-comportamentale, volontariato, routine e gratitudine.
La protagonista del capitolo finale, Anne, incarna questa trasformazione: dopo un incidente che la lascia demotivata, usa la Joyspan Matrix come guida per riprendere il controllo. Impara, si riconnette, si adatta e dona — e così, passo dopo passo, ritrova la sua gioia.

Perché Joyspan è un libro importante per chi ha superato i 50 anni

Joyspan parla direttamente a chi è nella seconda metà della vita, ma lo fa con un tono fresco e mai paternalistico. È un invito a restare protagonisti, non spettatori, del proprio invecchiamento.
In un mondo che esalta la giovinezza e teme la vecchiaia, Burnight mostra come gli anni possano diventare un’espansione della vita, non una riduzione.

Il messaggio è perfettamente in linea con le più moderne ricerche sulla longevità positiva: quella che unisce scienza, psicologia e spiritualità per costruire un futuro pieno di senso.
Vivere più a lungo ha valore solo se quei giorni, mesi e anni sono pieni di relazioni, curiosità e gratitudine.

Conclusione: Longevità è gioia che si rinnova

Il libro di Kerry Burnight si chiude con una formula semplice, ma potente:
Grow, Connect, Adapt, Give. Repeat.

Crescere, connettersi, adattarsi e donare: quattro verbi che diventano una filosofia di vita.
Ognuno di noi può applicarli, anche in minima parte, per trasformare la propria seconda metà della vita in un periodo di fioritura.

Come scrive l’autrice, “ogni piccola azione si somma, ogni scelta di connessione, ogni risata condivisa, ogni gesto di gentilezza, ogni adattamento creativo diventa parte della tua eredità”.

In fondo, la longevità non si misura solo in anni di vita o in parametri clinici, ma nel numero di giorni in cui abbiamo saputo provare meraviglia, ridere, amare e sentirci vivi.
Questo è il segreto del Joyspan.


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