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Può la nostra cacca nascondere il segreto della longevità?

Indice

Sono molti i fattori che possono disturbare o alterare la salute dell'intestino nel corso degli anni.

Una dieta ricca di zuccheri, carenza di fibre, vita sregolata, stress, antibiotici: tutti questi fattori hanno effetto negativo sul microbioma intestinale.

Il microbioma (che in passato era chiamato anche flora intestinale) è formato da diversi miliardi di microrganismi presenti nel tubo digerente, principalmente nel colon: in particolare batteri, ma anche virus, funghi e protozoi. Questa popolazione è molto ampia: si stima che il numero di cellule microbiche intestinali, sia pari a 10 volte il numero di cellule dell’intero organismo.

Questi effetti negativi con gli anni portano ad un aumento del rischio di malattie.

Recenti studi e ricerche hanno dimostrato che il microbiota intestinale svolge numerose e importantissime funzioni per tutto l’organismo.


Ecco quelle principali:


- fornisce protezione alla crescita di patogeni che ci aiutano a proteggerci dalle malattie;

- regola il metabolismo e il senso di sazietà;

- se è in salute, protegge l’apparato cardiocircolatorio;

- elimina le tossine;

- favorisce il corretto processo digestivo;

- contribuisce attivamente alla biosintesi di varie vitamine, in particolare la vitamina B12.


Un aspetto importante da sottolineare riguarda le connessioni tra pancia e cervello: i microrganismi del microbiota sono degli ottimi mediatori.

Il microbiota intestinale comunica con il cervello attraverso il sistema nervoso intestinale. Questa informazione è determinante nel comprendere che un’alterazione del microbiota può attivare una serie di problemi.

Inoltre alcune ricerche scientifiche hanno evidenziato che il 20% dei pazienti con malattie infiammatorie intestinali hanno disturbi del sonno e depressione: si può quindi dedurre che il benessere dell’intestino influenza anche la psiche.


Stiamo imparando sempre di più quanto siano importanti i batteri nel nostro intestino. Questi batteri influenzano tutto, dai nostri stati d'animo quotidiani alla nostra salute generale.

Inoltre, il "microbioma intestinale" cambia nel corso della nostra vita. Questo può avere una forte influenza sul nostro stato di salute. Sia positivo che negativo.


In uno studio pubblicato di recente hanno riferito che avere un "trapianto di cacca" può migliorare i microbi intestinali invertendo i segni dell'invecchiamento in generale ed in particolare quelli del cervello. Come idea è alquanto incredibile e sicuramente schifosa ma ammettiamolo è intrigante. Se gli scienziati avessero ragione, il trapianto di cacca sana potrebbe benissimo avviare le persone verso un processo di ringiovanimento beneficiando la longevità.

Ma cosa hanno fatto esattamente nello studio?

Lo studio è stato condotto presso l'University College Cork in Irlanda in cui hanno raccolto campioni fecali da topi giovani e li hanno trapiantati nelle viscere di topi anziani.

Hanno quindi sottoposto i vecchi topi a una serie di test cognitivi progettati per misurare la memoria, l'ansia e la capacità di apprendimento.


La prima cosa che il team ha notato è che i microbiomi intestinali dei vecchi topi a seguito del trapianto di quello dei topi più giovani hanno iniziato ad apparire come quelli dei più giovani.

Ci sono stati cambiamenti anche nel cervello. L'ippocampo dei topi anziani, che è la parte del cervello associata all'apprendimento e alla memoria, è diventato fisicamente e chimicamente più simile all'ippocampo dei topi giovani. I vecchi topi erano anche più bravi a ricordare la disposizione del labirinto ai quali sono stati sottoposti durante lo studio.

Dunque la cacca giovane e sana può farci tornare indietro nel tempo?

In breve, gli scienziati hanno concluso che se trapianti una cacca giovane in un corpo che invecchia (in questo caso un corpo di topo) farai ringiovanire le funzione cerebrali.


"È quasi come... potremmo premere il pulsante di riavvolgimento sul processo di invecchiamento", ha detto John Cryan il ricercatore capo dell'University College di Cork


Ma se si potesse cancellare tutti quei possibili danni legati all'età, riportando l'intestino a un'epoca in cui si era più giovani e più sani?

Potrebbe essere possibile, affermano gli scienziati, che le persone prendano un campione delle proprie feci quando sono giovani per poter essere re-immesse nel sistema quando saranno più grandi.


Sebbene la scienza a sostegno di questo non sia ancora del tutto disponibile, alcuni ricercatori stanno dicendo che non dovremmo aspettare.

Stanno chiedendo alle banche esistenti delle feci di consentire alle persone di iniziare a depositare le loro feci ora, quindi è lì che possono usarle se la scienza diventa disponibile.

Ma come funzionerebbe?

In primo luogo, si andrebbe a una banca delle feci a fornire un nuovo campione della nostra cacca, che sarebbe sottoposta a screening per malattie, lavata, lavorata e depositata in una struttura di stoccaggio a lungo termine.

Quindi, se lungo il periodo della nostra vita, si arriva ad avere una condizione come malattie infiammatorie intestinali, malattie cardiache o diabete di tipo 2 - o siamo stati sottoposti ad una procedura che spazza via il microbioma, come un ciclo di antibiotici o una chemioterapia - i medici potrebbero usare le feci stoccate nella banca per "ricolonizzare" il nostro intestino, riportandolo al suo stato precedente e più sano.


Lo farebbero usando una procedura medica chiamata Trapianto di Microbiota Fecale o FMT (in inglese Fecal Microbiota for Transplantation).


Il professore di medicina alla Harvard Medical School Scott Weiss e coautore di un recente articolo sull'argomento dice che il tempismo è tutto. Ci vorrebbe un campione di quando sei in buona salute, diciamo, tra i 18 e i 35 anni, o prima che sia probabile una condizione cronica che avesse danneggiato il microbioma.

Ma se sei ancora in buona salute dopo i 30, i 40 o anche i 50 anni, fornire un campione potrebbe comunque avvantaggiarti più avanti nella vita.

Se potessimo realizzare un sistema bancario come questo, potrebbe avere il potenziale per curare malattie autoimmuni, malattie infiammatorie intestinali, diabete, obesità e malattie cardiache, o addirittura invertire gli effetti dell'invecchiamento.

Come possiamo farlo accadere?

Le banche delle feci di oggi

Sebbene oggi esistano banche delle feci, i campioni all'interno non sono destinati ai donatori originali ma piuttosto ai pazienti malati che sperano di curare delle malattie. Utilizzando il Trapianto di Microbiota Fecale (TMF), i medici trasferiscono il materiale fecale al colon del paziente, ripristinando il microbiota intestinale utile.

Alcune ricerche mostrano che il Trapianto di Microbiota Fecale può aiutare a curare le malattie infiammatorie intestinali, come il morbo di Crohn, la colite ulcerosa, l'obesità e fino ad arrivare a ridurri i sintomi dell'Autismo.

Come abbiamo detto studi sugli animali suggeriscono che potrebbe aiutare ad allungare la durata della vita e invertire alcuni effetti dell'invecchiamento, come il declino della funzione cerebrale legato all'età. Altri studi clinici stanno anche esaminando il suo potenziale come trattamento del cancro.

Ma attualmente il Trapianto di Microbiota Fecale viene utilizzato principalmente per uno scopo: per trattare il Clostridioides difficile (C. diff), un'infezione causata da una crescita eccessiva di batteri C. diff. Funziona anche meglio degli antibiotici, secondo la ricerca.

Ma prima di deve trovare un donatore sano, ed è più difficile di quanto si possa pensare.

Trovare campioni di feci sane

Pensare alla cacca fa sicuramente un certo schifo, figuriamoci pensare ad un trapianto di cacca!

Ma ci sono già banche delle nostre sostanze corporee e dunque non è una novità.

Le banche del sangue, ad esempio, sono comuni ma anche le banche che conservano il sangue del cordone ombelicale, lo sperma, gli ovuli e anche midollo osseo o anche organi per poterli utilizzare nei trapianti su pazienti bisognosi di cure.

Allora perché siamo così schifati dalla cacca?

In parte il motivo potrebbe essere dovuto al fatto che le feci (come il sangue, del resto) possono ospitare malattie, motivo per cui è così importante trovare donatori di feci sani. Il problema è che questo può essere sorprendentemente difficile da fare.

Per donare materia fecale, le persone devono passare attraverso un rigoroso processo di screening per malattie e condizioni di salute mentale, agenti patogeni e resistenza agli antibiotici.

Come funziona il trapianto fecale

Con trapianto fecale o di microbiota intestinale si identifica una procedura per cui le feci di un donatore, opportunamente preparato (per esempio non deve prendere antibiotici nel periodo a ridosso della donazione) vengono prelevate e lavorate in laboratorio.

Il prodotto finale di questa lavorazione è una sacca del tutto simile a quelle di plasma contenente però miliardi e miliardi di batteri e miceti, che viene conservata congelandola in biobanche fino al suo utilizzo. Al bisogno le sacche sono scongelate e infuse tramite colonscopia o clistere nel ricevente.


Una procedura di fatto paragonabile al trapianto di un organo.

E l'”organo” che andiamo a trapiantare è il cosiddetto “adattoma” (definizione di Antonio Gasbarrini un noto gastroenterologo italiano esperto di microbioma umano) di una persona sana, la parte variabile del nostro genoma, risultante dalla colonizzazione da parte di comunità microbiche del sistema digerente, che si costruisce soprattutto nei primi anni di vita in risposta all'adattamento all'ambiente".


Il microbiota sembra giocare un ruolo in diverse condizioni di salute e l'adattoma, così come tutti gli organi, può danneggiarsi.

Tessuto o farmaco?

Da tempo e in diverse parti nel mondo si discute se la biomassa fecale trapiantata vada considerata come un tessuto o come un farmaco.


In Italia il microbiota fecale è considerato un tessuto, e la procedura ricade sotto le competenze del Centro nazionale trapianti che sta stabilendo i criteri e le regole attraverso cui implementarlo a livello nazionale, a partire dalla definzione dei centri regionali che se ne occuperanno, ciascuna delle quali avrà una sua biobanca di biomasse e secondo me considerarlo come un organo è una scelta appropriata.


In Italia, ad oggi, sono stati riconosciuti dal Ministero della Salute quattro centri di riferimento per il programma nazionale di Trapianto del Microbiota Intestinale: il Policlinico Sant’Orsola IRCCS di Bologna, il Policlinico Gemelli di Roma, l’Azienda Ospedaliero Universitaria Careggi di Firenze e l’Azienda Ospedaliero Universitaria di Pisa.


Gli esperti dicono che considerare un sistema complesso come il microbiota come qualcosa di standardizzabile e replicabile come un farmaco non ha senso e questo modello regolatorio ha prodotto anche dei benefici. Far ricadere il trapianto fecale nella branca dei trapianti ha evitato la mercificazione del microbiota, che avrebbe altrimenti rischiato di essere considerato al pari dei probiotici, specie in un periodo, come questo, in cui si parla continuamente del coinvolgimento del microbiota in varie condizioni di salute. Poi la regolamentazione supporta lo screening sul donatore – che devono essere sani, senza infezioni in atto o malattie del microbiota – e sulla biomassa, comprese le analisi per tutti i batteri multiresistenti, e ha evitato complicazioni, scongiurando finora casi simili a quelli avvenuti negli Stati Uniti in cui alcuni pazienti sono morti tentando il trapianto fai-da-te o presso centri non autorizzati e dove la pratica non è regolamentata.

Allora dovremmo, se possibile, mettere in banca le nostre feci?

Mentre i ricercatori affermano che abbiamo motivo di essere ottimisti riguardo al futuro, è importante ricordare che rimangono molte sfide.

Il trapianto del microbioma è all'inizio dello sviluppo e ci sono ancora tante cose che non sappiamo.

Non vi è alcuna garanzia, ad esempio, che il ripristino del microbioma di una persona al suo stato precedentemente privo di malattie manterrà le malattie a bada per sempre,

Inoltre, non sappiamo per quanto tempo possono essere conservati i campioni di feci. Le banche delle feci attualmente immagazzinano la materia fecale per 1 o 2 anni, non per decenni.


Ma cosa possiamo fare per mantenere il nostro microbioma in salute?

Le solite regole base: una buona e varia alimentazione che include gli alimenti fermentati e (il più famoso è lo yogurt) e fibre e un attività fisica varia e regolare.


Sicuramente questo tipo di possibilità mettono in evidenza i progressi che stiamo facendo nella scienza medica applicata all'invecchiamento e alla longevità.

E probabilmente nel prossimo futuro attraverso un “trapianto di cacca” (che sarà alla portata di tutti) si potrà ringiovanire sia il fisico che il cervello.

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