Una speciale terapia iperbarica può arrestare e invertire l’invecchiamento
Come funziona l'ossigenoterapia iperbarica?
L'HBOT combatte stress mitocondriali e ossidativi e COVID-19
Ma vediamo brevemente cosa è una Camera iperbarica
Ma per concludere l'Ossigenoterapia Iperbarica è così miracolosa come dicono?
L’invecchiamento fa paura a tutti e tutti vorremmo vivere più a lungo ed in modo più sano.
Invecchiare non spaventa solo per l'aumentare degli anni, ma per i disturbi fisici e mentali che può portare.
Qui su .dopo50 siamo sempre alla ricerca delle novità legate alla salute e alla longevità che permettono proprio di rallentare l'invecchiamento attraverso la tecnologia.
L’idea di una possibile cura per contrastare l’invecchiamento è stata a lungo il Santo Graal della biologia pro-longevità.
Alcune tecnologie emergenti stanno offrendo ottimi risultati per il futuro della scienza medica.
A sorpresa, la chiave per rallentare l’invecchiamento potrebbe trovarsi in una tecnica semplice e antica.
Proprio quella che avrebbe trovato un pool di ricercatori israeliani, guidato dal professor Shai Efrati dell’Università di Tel Aviv (Israele), che ha sintetizzato il risultato della sua ricerca così: «Stiamo andando indietro con il tempo».
Guarda qui una presentazione al TEDx del Prof. Shai Efrati (in inglese)
Il rallentamento avverrebbe grazie alla possibilità di invertire il processo di invecchiamento biologico somministrando ai pazienti l’ossigenoterapia in una camera pressurizzata (Ossigenoterapia Iperbarica – HyperBaric Oxygen Therapy definita anche HBOT).
Nello studio, pubblicato su una prestigiosa rivista scientifica, viene dimostrato come sessioni di ossigenazione iperbarica abbiano portato a due risultati senza precedenti sino ad ora negli esseri umani.
In passato, le ricerche del team sui risultati della terapia iperbarica, avevano già dimostrato il miglioramento delle funzioni cerebrali danneggiate da età, ictus o lesioni cerebrali.
I risultati dell’ultima ricerca, però, equivalgono, a livello delle cellule del sangue, a un “salto nel tempo” di ben 25 anni indietro.
E anche se l’idea di trascorrere molte ore al giorno in una camera pressurizzata potrebbe apparire abbastanza fastidioso, chissà che ne valga la pena.
Nello studio viene mostrato che la terapia iperbarica mostra ha un grosso potenziale nell'invertire l'invecchiamento cellulare ed allungare i telomeri.
I telomeri sono piccole porzioni di Dna che si trovano alla fine di ogni cromosoma. La parte terminale del Dna è molto instabile: si degrada chimicamente ed è soggetta a ricombinazioni più frequenti del resto della molecola. La funzione dei telomeri è quella di impedire all'elica di sfibrarsi. In pratica agiscono come le protezioni di plastica alle estremità dei lacci delle scarpe.
I ricercatori hanno scoperto un protocollo unico di terapia iperbarica. Trattamenti con ossigeno ad alta pressione in una camera iperbarica possono invertire l’invecchiamento in due fattori cruciali: l’accorciamento dei telomeri e l’accumulo di cellule senescenti e malfunzionanti nel corpo.
Concentrandosi sulle cellule immunitarie contenenti DNA ottenuto dal sangue dei partecipanti, lo studio ha scoperto un allungamento fino al 38% dei telomeri e una diminuzione fino al 37% delle cellule senescenti.
La sperimentazione clinica è stata condotta come parte di un programma di ricerca israeliano completo che prende di mira l’invecchiamento come condizione reversibile.
Il team del Prof. Efrati hanno voluto esaminare l’impatto della terapia iperbarica su adulti anziani sani e indipendenti e scoprire se tali trattamenti possono rallentare, fermare o addirittura invertire il normale processo di invecchiamento cellulare.
Il Procedimento
I ricercatori hanno esposto 35 individui sani di età pari o superiore a 64 anni a una serie di 60 sessioni di terapia iperbarica per un periodo di 90 giorni. Ogni partecipante ha fornito campioni di sangue prima, durante e alla fine dei trattamenti e qualche tempo dopo la conclusione della serie di trattamenti. I ricercatori hanno quindi analizzato varie cellule immunitarie nel sangue e hanno confrontato i risultati.
I risultati hanno indicato che i trattamenti riescono ad invertire l’invecchiamento in due dei suoi aspetti principali. I telomeri alle estremità dei cromosomi sono cresciuti più lunghi: dal +20% al +38% per i diversi tipi di cellule. La percentuale di cellule senescenti nella popolazione cellulare complessiva è stata ridotta in modo significativo, dal – 11% al -37% a seconda del tipo di cellula.
Il Prof. Efrati ha aggiunto che le modifiche dello stile di vita e l'esercizio fisico intenso sono stati precedentemente individuati come elementi che rallentano l'accorciamento dei telomeri, ma sembra che l'HBOT sia un'altra opzione praticabile:
“Nel nostro studio, solo tre mesi di HBOT sono riusciti ad allungare i telomeri a una velocità che va ben oltre qualsiasi intervento o modifica dello stile di vita attualmente disponibile. Con questo studio pionieristico, abbiamo aperto una porta per ulteriori ricerche sull'impatto cellulare dell'HBOT e il suo potenziale per invertire il processo di invecchiamento".
La senescenza cellulare è anche nota per svolgere un ruolo nell'invecchiamento cellulare. Si ritiene che l'accumulo di cellule senescenti sia parte integrante del processo di invecchiamento, anche potenzialmente agendo come fattore causale nelle malattie legate all'età.
Sono in corso ricerche per sviluppare strategie terapeutiche per interferire con la senescenza cellulare, inclusa l'eliminazione delle cellule senescenti, e l'HBOT è emerso come una potenziale strategia.
L'ossigenoterapia iperbarica è stata a lungo utilizzata come trattamento per la malattia da decompressione per le persone che fanno immersioni. Quando ti siedi in una camera per ossigenoterapia iperbarica, si respira un’aria che ha una pressione due-tre volte maggiore del normale, il che consente ai polmoni di assorbire più ossigeno.
Aumenta, quindi, la quantità di ossigeno nel sangue, trasportato in tutto il corpo, combattendo i batteri patogeni e stimolando il rilascio di fattori di crescita curativi e cellule staminali.
In un'intervista, il dottor Jason Sonners, chiropratico che ha lavorato con l'HBOT per oltre 12 anni, ha spiegato che l'ossigeno può essere visto come un nutriente. Il nostro corpo ne ha bisogno per svolgere le sue normali funzioni. Quando il tessuto è danneggiato, ne ha bisogno ancora di più per la guarigione.
La maggior parte degli individui sani ha tra il 96% e il 98% di ossigeno nell'emoglobina, il che significa che la tua capacità di aumentare il livello di ossigeno è compresa tra il 2% e il 4%, ad esempio in caso respirassi ossigeno per uso medico. Puoi, però, aumentare il livello di ossigeno ben di più se il tuo corpo è sotto pressione.
L'HBOT può essere utilizzato per accelerare la guarigione di qualsiasi condizione infiammatoria ed è noto per facilitare la guarigione delle ferite e la sopravvivenza cellulare.
Un piccolo studio che ha coinvolto 10 uomini sani ha anche rivelato che una singola sessione di HBOT di 45 minuti ha ridotto i livelli di biomarcatori legati allo stress metabolico, tra cui l'attenuazione degli stress mitocondriali e ossidativi e l'alleviamento degli oneri metabolici, il che suggerisce che potrebbe essere utile per il trattamento delle malattie metaboliche.
Il fatto che l'HBOT protegga dalla disfunzione mitocondriale è un grande vantaggio, considerando che la maggior parte delle malattie croniche e degenerative coinvolge la disfunzione mitocondriale. Sfortunatamente, la medicina convenzionale riserva ancora l'HBOT per un numero limitato di condizioni, come alcune lesioni cerebrali e ferite gravi.
Questo strumento è da tempo utilizzato negli ospedali e nelle cliniche per specifiche problematiche come le malattie da decompressione a seguito di incidenti di subacquei sia professionali che amatoriali ma anche intossicazioni da monossido di carbonio.
Tali strumenti sono venuti a conoscenza del grande pubblico anche perché alcuni VIP la utilizzano per loro protocolli per la longevità come Michael Jackson che già alla fine degli anni '80 dormiva nella camera iperbarica che aveva installato nella sua camera da letto, il noto giocatore di basket Lebron James (per il recupero muscolare dopo le partite), recemente Justin Bieber (per recuperare le forze dopo i concerti e anche combattere la Sindrome di Lyme di cui soffre) o i nostrani Gianluca Vacchi e Bebe Vio
Michael Jackson nel 1986 nella sua Camera Iperbarica personale
Il cantante Justin Bieber nella sua Camera Iperbarica
Il cestista Lebron James entrando nella Camera iperbarica per la sua preparazione altletica
La sportiva paraolimpica Bebe Vio nella camera iperbarica
La camera iperbarica è un luogo fisico, presente nei più attrezzati centri ospedalieri, all'interno del quale è possibile respirare ossigeno a livelli di pressione decisamente superiori a quelli presenti nell'aria ambiente. Il ricorso alla camera iperbarica per motivi terapeutici rappresenta una delle modalità con cui i medici possono eseguire la cosiddetta ossigenoterapia. L'ossigenoterapia è il trattamento medico che consiste nella somministrazione di una miscela gassosa ad alto contenuto di ossigeno, per mezzo di appositi dispositivi erogatori.
All'interno di una camera iperbarica, un paziente può ricevere ossigeno puro oppure aria compressa ricca di ossigeno.
Noi respiriamo l'aria che è una miscela composta principalmente da ossigeno (21%), Azoto (78%) e di altri gas inerti come l'Argon (per il restante 1%). Nonostante, dal punto di vista terapeutico l'ossigeno puro sia più efficace dell'aria compressa ricca di ossigeno, quest'ultima è preferita al primo, perché meno costosa e più sicura.
Esistono due tipi di camera iperbarica: la camera iperbarica monoposto e la camera iperbarica multiposto.
Quella utilizzata nello studio israeliano è quella multiposto, come si può vedere nel seguente video:
Lo studio israeliano è molto promettente ma da qui a pensare che ognuno di noi si possa avere una camera iperbarica a casa per aumentare la nostra longevità ancora ce ne correrà di tempo e studi!
La cosa affascinante è che una tecnologia conosciuta da anni ed utilizzata già in campo medico, grazie alle nuove scoperte scientifiche riesca a mostrare nuove potenzialità e benefici nel mondo della longevità e sicuramente ci dà speranza e... detto tra di noi... alla fine Michael Jackson non era così pazzo!
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