Nel mondo della longevità si parla spesso di dieta, esercizio fisico, sonno, integrazione… Ma c’è un protagonista silenzioso, che agisce sotto traccia e che può fare una differenza sorprendente nella nostra salute e nella durata della vita: il nervo vago. Non a caso, il suo nome deriva dal latino vagus, cioè “errante”, perché si snoda dal cervello fino agli organi vitali, toccando cuore, polmoni, stomaco e intestino. È una sorta di super-autostrada del benessere.
Negli ultimi anni, gli studi sul nervo vago si sono intensificati, e ciò che emerge è chiaro: stimolare e mantenere attivo il nervo vago è una delle strategie più efficaci per vivere a lungo e in salute, soprattutto dopo i 50 anni, quando il nostro sistema nervoso autonomo tende a diventare meno reattivo.
Il nervo vago è il decimo dei dodici nervi cranici. È parte del sistema nervoso parasimpatico, quello che favorisce il “riposo e digestione”, in contrapposizione al sistema simpatico, che attiva la risposta di “attacco o fuga”.
Quando il nervo vago è attivo, il nostro corpo entra in una modalità di recupero: il battito cardiaco rallenta, la pressione si abbassa, la digestione migliora, l’infiammazione si riduce e il cervello si rilassa. In pratica, è come premere un pulsante di “reset” biologico.
Le ricerche mostrano una correlazione diretta tra tono vagale (cioè l’efficienza del nervo vago) e aspettativa di vita.
Un tono vagale elevato è associato a:
- Riduzione del rischio cardiovascolare
- Minore incidenza di depressione e ansia
- Migliore risposta immunitaria
- Riduzione dell’infiammazione cronica (una delle cause principali dell’invecchiamento precoce)
Uno studio pubblicato su Psychological Science (2013) ha rilevato che le persone con un tono vagale più alto hanno relazioni sociali migliori e un maggiore benessere soggettivo, entrambi fattori predittivi di longevità. Un altro studio su Frontiers in Neuroscience (2018) sottolinea come la stimolazione del nervo vago possa modulare l’infiammazione sistemica e migliorare la neuroplasticità, rallentando il declino cognitivo legato all’età.
Dopo i 50 anni, il tono vagale tende naturalmente a diminuire, ma alcuni segnali possono indicare che il nervo vago è in difficoltà:
- Digestione lenta, gonfiore, stitichezza
- Palpitazioni o tachicardia
- Ansia o umore depresso
- Insonnia
- Maggiore vulnerabilità allo stress
- Stanchezza cronica
A lungo andare, questa disfunzione contribuisce a un’infiammazione cronica di basso grado (inflammaging), aumento del rischio di malattie neurodegenerative, peggioramento della salute cardiaca e invecchiamento precoce.
La buona notizia è che il nervo vago si può allenare. Ecco alcune strategie scientificamente validate:
1. Respirazione diaframmatica
Il modo più semplice e potente per attivare il nervo vago è la respirazione lenta e profonda. Studi mostrano che respirare a una frequenza di 5-6 respiri al minuto stimola la variabilità della frequenza cardiaca (HRV), un segnale di buona salute vagale.
2. Esporre il viso all’acqua fredda
Il riflesso del “mammifero marino” si attiva quando il viso viene immerso o spruzzato con acqua fredda. Questo stimola il nervo vago attraverso i nervi del viso, abbassando la frequenza cardiaca e inducendo calma.
3. Canto, humming e OM
Cantare, mormorare (humming) o recitare mantra come “OM” stimola il nervo vago attraverso le vibrazioni nella gola. Non è un caso che molte pratiche spirituali antiche abbiano compreso questi suoni nelle loro tecniche di rilassamento.
4. Meditazione e gratitudine
La meditazione mindfulness e la pratica della gratitudine migliorano il tono vagale, come dimostrato da studi su Biological Psychology. Il collegamento mente-corpo è reale: la calma mentale si riflette nel sistema nervoso autonomo.
5. Esercizio fisico moderato
Camminare, fare yoga o praticare interval walking migliorano l’HRV e stimolano la funzione vagale. L’attività fisica non dev’essere estrema per essere benefica.
6. Contatto sociale e relazioni positive
Il nervo vago regola anche l’empatia, la connessione sociale e l’attaccamento. Una vita sociale attiva e affettuosa stimola la longevità anche attraverso il canale neurofisiologico del vago.
Se i metodi naturali sono efficaci, oggi la tecnologia ci consente di andare oltre. Entra in scena la stimolazione vagale non invasiva, ovvero la possibilità di “accendere” il nervo vago senza chirurgia, ma con dispositivi sicuri e facili da usare.
Uno dei più interessanti è Nurosym, sviluppato da Parasym, un’azienda inglese che ha lavorato su questa tecnologia basandosi su oltre 20 anni di ricerca clinica.
Nurosym è un dispositivo indossabile che si applica all’orecchio (dove il nervo vago affiora) e invia impulsi elettrici molto leggeri che stimolano la parte auricolare del nervo vago. È una tecnologia chiamata tVNS (transcutaneous Vagus Nerve Stimulation), approvata come sicura e non invasiva.
Numerosi studi hanno dimostrato che la stimolazione tVNS può:
- Ridurre i livelli di cortisolo (ormone dello stress)
- Aumentare l’HRV
- Migliorare la qualità del sonno
- Ridurre l’infiammazione sistemica
- Migliorare l’umore e la funzione cognitiva
Per esempio, una ricerca pubblicata su Brain Stimulation (2016) ha mostrato come la tVNS aumenti la neuroplasticità e migliori la memoria di lavoro. Altri studi stanno esplorando il suo utilizzo per rallentare l’Alzheimer e supportare la guarigione da ictus.
Dopo i 50, il corpo ha bisogno di una marcia in più per mantenere l’equilibrio tra stress e riposo, infiammazione e riparazione, stimolazione e recupero. Nurosym offre un’opzione concreta per:
- Ridurre i segni dell’invecchiamento cronico
- Supportare la salute cardiovascolare
- Prevenire declino cognitivo e ansia
- Migliorare l’energia e la resilienza
L’uso consigliato è quotidiano, con sessioni di 30 minuti circa. Il dispositivo è portatile, leggero e può essere usato mentre si lavora, si legge o si guarda la TV.
Nota: non è un sostituto delle tecniche naturali, ma uno strumento aggiuntivo per chi vuole fare un passo in più nella propria strategia di longevità.
In un’epoca in cui si cerca la pillola magica per vivere più a lungo, il nervo vago ci ricorda una verità semplice: la longevità non è solo questione di geni, ma di equilibrio. Equilibrio tra attivazione e rilassamento, tra performance e rigenerazione. E il nervo vago è il direttore d’orchestra di questo equilibrio.
Dopo i 50 anni, imparare a conoscere e stimolare il nervo vago può diventare una delle decisioni più intelligenti per rallentare l’invecchiamento, migliorare la qualità della vita e vivere più a lungo in buona salute.
Che tu scelga di iniziare con la respirazione o di provare un dispositivo come Nurosym, l’importante è iniziare ad ascoltare il tuo sistema nervoso. Perché è lì che spesso si nasconde il segreto della longevità.
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