La paura della morte si manifesta a partire dal periodo adolescenziale ma anche successivamente nella mezza e tarda età.
Gli adolescenti sono sia spaventati che attratti dalla morte, ne sono curiosi e la esorcizzano attraverso il gusto per l’horror, il macabro, o i comportamenti rischiosi.
Il tema della morte in genere si dissolve nella fase centrale della vita in cui siamo concentrati sul lavoro o sul formare un nuovo nucleo familiare (forse torna al momento che facciamo i figli, la paura di morire di parto o che ci siano problemi che potrebbero provocare la morte del bambino).
Poi si ripresenta fortemente dopo i 40 anni, quando in teoria, la maggior parte degli obiettivi sono stati raggiunti, e anche dopo i 50 anni quando arrivano i segni dell’invecchiamento e cambiamenti fisiologici come la menopausa e l'andropausa, ed eventuali problemi di salute che portano prepotentemente in primo piano il pensiero della fine della vita.
La paura di morire è inoltre più frequente in chi soffre di ansia, ipocondria e depressione e può costituire uno dei sintomi di questi disturbi ed è ovviamente più presente in periodi come quelli che abbiamo vissuto (e purtroppo ancora vivendo) con la pandemia legata al COVID e le guerre a pochi kilometri dal nostro Paese.
Il nostro contesto socio-culturale non favorisce un approccio sereno alla morte.
La pluralità dei valori, la mancanza di punti di riferimento univoci, la centralità dell’individuo, l’affievolirsi del senso di appartenenza contribuiscono a rendere più temibile la prospettiva della morte.
La paura della morte è anche più diffusa nelle parti del mondo in cui le condizioni di vita sono migliori e l’età media di sopravvivenza è più lunga.
Vecchiaia e morte vengono rimosse, rimandate e negate.
Si tenta di allontanare la morte da noi.
Della morte non si deve parlare, se qualcuno la nomina non è il benvenuto, riceve immediatamente occhiatacce e si fanno gesti di scongiuro con l’invito a cambiare alla svelta argomento.
Se della morte non si può parlare, se non la si può neanche pensare, restiamo come indifesi, senza strumenti per poterla rendere parte di noi, rendendola di fatto ancora più angosciosa.
Come tutte le paure deve essere affrontata per poterla rendere innocua e anzi qualcosa di utile e positivo.
La paura di morire può essere un utile campanello d’allarme che ci segnala che non stiamo vivendo in modo pieno e autentico.
Le persone che hanno più paura di morire sono quelle che vivono meno pienamente la loro esistenza, reprimono e non esprimono parti di sé.
Anche se l’idea di dover morire ci spaventa, questa consapevolezza può diventare la spinta per una vita più piena di significato e per attuare quei cambiamenti desiderati ma sempre rimandati.
Dietro alla paura della morte sono nascoste molte altre paure minori come la paura dell'abbandono, della perdita e del fallimento.
Ma in qualche modo c'è una traccia che unisce tutte queste paure con questa grande paura che l'uomo ha sempre avuto che è la paura della fine.
Chiaramente confrontarsi con la fine, sia propria che delle persone che ci stanno vicino, non è una cosa semplice.
“Memento Mori” - “Ricordati che devi morire” dicevano con ragione gli antichi, ricordati della tua mortalità.
Divertente la famosa scena del film con Troisi e Benigni “non ci resta che piangere” dove Troisi si affaccia ad una finestra al risveglio alla fine del 1400 dove gli viene detto più volte “Ricordati che devi morire!” e lui seraficamente risponde: “Si Moh, me lo segno proprio, non vi preoccupate!!”.
Certo possiamo fare gli scongiuri e sperare che accada il più tardi possibile ma il tema di ricordarsi della propria mortalità e di quella degli altri è in realtà un modo eccezionale per vivere più intensamente il tempo che si ha a disposizione.
Perché allontanare la morte vuol dire ridurre al minimo il valore della vita, vuol dire ridurre il valore del tempo, vuol dire far scomparire il valore delle esperienze, se invece tutto quello che accade nella nostra vita, lo inseriamo nel contesto di un inizio e di una fine, acquisisce un valore molto più profondo è molto più ampio.
Ma quando non ci pensiamo mai entriamo nella modalità di vita tipica della società moderna, del tutto e subito, del desiderare ogni cosa e di non godersi niente, di non dare importanza alle cose, alle persone e alle esperienze, perché sia ha l'illusione che ne possono accadere altre all'infinito.
Non per questo bisogna pensare alla morte ogni minuto, ma averla presente, familiarizzarsi con l'idea che c'è una fine, che è logico che ci sia, che è un fatto biologico, che fa parte della nostra natura e che dà valore alla nascita, alla vita e anche alla longevità (di cui parliamo molto qui su .dopo50) e proprio perché c'è una fine possiamo dare valore alle cose che abbiamo, alle nostre azioni e alle nostre relazioni.
Pensare la morte è necessario per esserne meno spaventati.
Pensarla significa accettarla, rinunciare al controllo totale sulla nostra vita e concentrare le energie su quello che è in nostro potere, come uno stile di vita salutare.
Anche riflettere su cosa c’è dopo la morte, esplorare quanto le diverse culture, le diverse fedi religiose, le dottrine filosofiche e la scienza hanno detto sul tema, ci aiuta ad avere una nostra visione che aiuta a fare i conti con la morte e l’angoscia dell’annullamento.
Se la paura è che non resti niente dopo di noi, magari impegnamoci a coltivare le relazioni affettive, a contribuire a una causa comune in modi diversi, (scrivere un libro, fare volontariato, piantare un albero, ecc,) facendoci sentire che resterà una traccia, un ricordo di noi.
Sembra un discorso da evitare quello della morte, ma la verità è che questa è la nostra più grande paura e dunque va affrontata il prima possibile per vivere al meglio il resto delle nostre vite.
Sappiamo tutti che prima o poi dobbiamo morire, il problema è che lo sappiamo sul piano razionale, ma non dal punto di vista emotivo!
C’è una celebre frase di Mark Twain che dice:
“La paura della morte deriva dalla paura della vita. Un uomo che vive pienamente è pronto a morire in qualsiasi momento”
Ce ne un altra di Leo Tolstoy che dice proprio:
"Ricorda la morte! Queste sono parole importanti. Se tenessimo presente che presto inevitabilmente moriremo, le nostre vite sarebbero completamente diverse. Se una persona sa che morirà in mezz'ora, di certo non si preoccuperà di fare cose banali, stupide o, soprattutto, cattive durante questa mezz'ora. Forse hai mezzo secolo prima di morire, cosa rende questo diverso da mezz'ora?"
Sono frasi su cui vi invito a riflettere...
E ora vi presente il regalo che ho preparato per voi...
Ricordandoci ogni giorno che dobbiamo morire e ci aiuta a trattare il nostro tempo come un dono.
Chi si sente vicino alla morte non perde tempo a lamentarsi di come vorrebbe che le cose fossero. Non lascia spazio a delle cose inutili, a delle sciocchezze, ma utilizza il tempo che ha a disposizione in maniera cosciente e trattandolo come una pietra preziosa.
E' un calendario aperto che rappresenta la propria vita in settimane che abbiamo chiamato “dopo 2600 Settimane” (2600 Settimane sono proprio quelle contenute in 50 anni) ed arriva fino all'età di 92 anni (età media in Italia per i maschi è di 79,7 anni e 84,4 anni per le femmine).
Ve lo metto a disposizione sia in formato digitale, che potete personalizzare e anche stampare da soli, ma anche in formato stampato (sia nella versione libera che anche incorniciato).
Qui sopra trovate il banner che vi porta alla pagina dalla quale potete scaricarlo gratuitamente.
Si può inserire la data di nascita e automaticamente verranno annerite le settimane che sono già passate e si potranno riempire le caselle manualmente via via che passeranno le settimane.
Nella versione stampata è disponibile sia la versione completamente vuota che quella in cui sono già riempite le caselle fino ai 50 anni.
Oltre allo scopo di incoraggiare una riflessione regolare, speriamo che il calendario possa aiutarvi a sentirvi più orientati nella vostra vita, aiutandovi a fissare obiettivi e rispettarli, e ricordarvi di essere orgogliosi di voi stessi per ciò che avete realizzato.
Potete evidenziare le settimane passate con colori diversi per segmentarle in "capitoli della vita", ad es. Scuole superiori, Università , Primo lavoro, Secondo lavoro, Nuova Casa, Fidanzamento, Matrimonio, Primo figlio, ecc. Potete anche contrassegnare caselle speciali in cui si sono verificati i punti di svolta delle vostre vite.
Si possono tracciare gli obiettivi pianificati lasciando un segno su una casella del futuro e vedendo visivamente esattamente quante settimane mancano per arrivarci.
Se siete dei genitori, potrebbe essere divertente crearne uno per i vostri figli in modo che possano guardarlo in seguito e avere alcune informazioni su cosa è successo nei primi anni della loro vita.
O forse preferite lasciarlo totalmente vuoto e avere davanti in forma visiva chiara tutta la vita.
E bello vedere che abbiamo vissuto e che dobbiamo ancora da vivere e che abbiamo una fine e per questo dobbiamo investire bene il nostro tempo con il significato e l'importanza giusta per noi.
Tendiamo a sentirci bloccati nella vita che stiamo vivendo, ma avere davanti queste caselle vuote ci permette di vedere che può essere assolutamente qualunque cosa vogliamo che sia.
Tutti quelli che conosci, tutti quelli che ammiri, ogni eroe della storia, hanno fatto tutto quello che hanno fatto con lo stesso numero di caselle vuote a disposizione.
Le caselle possono anche ricordare che la vita è indulgente e buona, qualunque cosa accada ogni settimana, riceverai una nuova casella fresca su cui lavorare la settimana successiva.
Spero che questo regalo vi sia piaciuto e che vi possa fare riflettere, lasciate un commento per farmi sapere cosa ne pensate e se anche voi, come me, avete paura della morte e di come l'affrontate e se avete apprezzato il calendario “dopo 2600 Settimane” e magari come lo utilizzerete o mandandomi foto di dove lo avete posizionato in casa o in ufficio.
Se volete potete utilizzare il seguente Calcolatore per vedere quanto si è vissuto finora in mesi, settimane, giorni, ore, minuti, secondi e millesimi di secondo e quando sarà il nostro prossimo compleanno!
Il Calcolatore della Vita
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